L'amore che non muore
Programmazione Cinema donfiorentini, Imola
L’amore che non muore, di Gilles Lellouche
Al tempo della memoria magnetica e del Vogue Peugeot, dei Cure e di Prince, Jacqueline et Clotaire si incontrano davanti alla scuola ed è subito amore, amour ouf. Lei, piccola borghese e grande faccia tosta, è orfana di madre e cresce con un padre amorevole, lui, estrazione proletaria e famiglia numerosa, ha lasciato la scuola e fa a pugni con la vita. Lei brava studentessa, lui delinquente in erba. Lei intuisce la sensibilità dietro al machismo, lui il fuoco dentro il pudore. Non hanno niente in comune ma sono fatti l’uno per l’altra. A cavallo di un motorino avanzano a tutta velocità verso il tramonto, l’eclissi e l’ellissi carceraria, perché Clotaire si unisce a una rapina organizzata da un boss locale, che ammira più del padre, e finisce in prigione per un omicidio che non ha commesso. Ne uscirà dieci anni dopo spezzato e con un chiodo fisso in testa: ritrovare Jackie, che ha scelto per sé un marito conformista e una vita nei ranghi. Ma la potenza di quel primo amore è rimasta intatta e Jackie e Clotaire bruciano ancora di mille fuochi.
L’amour ouf è un jukebox a tutto volume, che “suona” hit anni Ottanta e non osa abbordare il soggetto che gli sta a cuore, l’amore del titolo originale, forse eco di “L’amour fou” di André Breton. Lellouche trova soluzione e forma nell’azione, esaltata, eccessiva, almeno fino a quando il film non attiva il flashback e risale il tempo, donando tutto, lacrime, pugni, sorrisi, baci, schiaffi, carezze. Pachidermico e aereo, lotta, cade e si rialza correndo a perdificato tra le fabbriche di mattoni e il mare blu di una cittadina portuale che potrebbe essere la Cherbourg di Demy.
Parossistico e barocco, epico e intimo, è una sorta di “French Side Story” che mantiene il focus empatico sui suoi protagonisi e si lancia in una ricerca di assoluto riconfigurata nell’ultimo atto e in un dialogo (scritto probabilmente da Audrey Diwan) che rifiuta la tradizionale “posa” tragica. Perché di amore si può anche vivere, soprattutto quando le parole valgono più dei pugni.
(Marzia Gandolfi, mymovies)
Nazione: Francia, Belgio, 2024
Durata: 166 minuti
La proiezione di domenica 8 alle ore 21 sarà in lingua originale con sottotitoli in italiano.
Domenica 08/06 ore 18: Cinema in festa - ingresso unico € 3,50
Mercoled 11/06 ore 21: Cinema in festa - ingresso unico € 3,50
Intero € 7,50
Ridotto € 6
Promozione Regala il cinema: 5 ingressi a 30 €
BIGLIETTO RIDOTTO:
- il mercoledì per tutti (escluso festivi e prefestivi e nel giorno di uscita di un film);
- bambini da 4 a 24 anni;
- adulti oltre 65 anni;
- portatori di handicap;
- giornalisti, dietro presentazione di tesserino;
- militari;
- il venerdì (escluso festivi e prefestivi) per i soci possessori di:
- tessera “Vieni al cinema” con foto di riconoscimento oppure senza foto purché accompagnata da tessera dell’Ente;
- card Cultura dell‘area metropolitana di Bologna;
- tesserati Azione Cattolica (adulti, giovani e giovanissimi)
- tesserati ACI (Automobile Club d’Italia)
Per informazioni: 0542 617226 - info@donfiorentini.it
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