Cultura Imola

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copertina di Mixed by Erry
@ Teatro Dell'Osservanza, via Livia Venturini 18 40026 Imola

Mixed by Erry

Film su una storia di passione e sogni che da un basso di Napoli diventa un'incredibile avventura internazionale.

regia: Sydney Sibilia
durata: 110'
Italia, 2023


Napoli, 1976. Peppe, Enrico e Angelo Frattasio sono tre fratelli che campano di espedienti, seguendo l'esempio del padre che vende al mercato bottiglie di finto whiskey. Peppe è l'intellettuale, avendo ottenuto il diploma di quinta elementare; Angelo è la capa tosta, pronto a menare le mani quando serve; ed Enrico ha un sogno: diventare disc jockey, nell'epoca in cui esserlo voleva dire stare in cima al mondo.

A metà anni '80 sarà proprio il suo talento per realizzare compilation musicali su cassette a creare un'opportunità di fama e di ricchezza per i tre fratelli, che trasformano quelle playlist in un business da miliardi di lire e diventeranno di fatto "la prima etichetta discografica in Italia", capace di far arrivare sulle bancarelle le canzoni di Sanremo mentre il Festival era ancora in corso.

Molti celebrano il successo dell'"etichetta" Mixed By Erry, ma la Finanza, le case discografiche e soprattutto un poliziotto arrabbiato cominceranno ad investigare questo successo fuori dagli schemi e da qualsiasi controllo legale. Mixed By Erry è un tipico prodotto della mente creativa di Sydney Sibilia, il cui piglio anarchico e allergico alle convenzioni era già evidente nella saga di Smetto quando voglio e poi ne L'incredibile storia dell'Isola delle Rose.

Mixed By Erry racconta un'altra storia vera, già ripercorsa in un testo di Simona Frasca, coautrice del soggetto con Sibilia e Armando Festa, anche sceneggiatori; e anche qui i protagonisti sono antieroi in qualche misura donchisciotteschi perché combattono contro un sistema – accademico, monetario, discografico – che lascia immancabilmente ai margini i giovani animati da qualsiasi iniziativa imprenditoriale.

La differenza in Mixed By Erry rispetto ai film precedenti firmati Sibilia è che l'illegalità in cui i protagonisti incappano va a colpire non solo l'industria discografica ma anche i suoi artisti, e il terreno sociale in cui si muovono Peppe, Enrico ed Angelo è una Napoli apparentemente popolata solo da contrabbandieri, usurai falsificatori e criminalità organizzata, e i metodi imprenditoriali dei tre fratelli, al netto della violenza e del taglieggio, sono abbastanza simili a quelli camorristi: agire nel non rispetto delle regole, creare una struttura parallela a quella legale, dare lavoro a molti abitanti del quartiere. E i metodi con cui Angelo, che è già stato in galera per tentato omicidio, reagisce alle pressioni delle mafie non si discostano molto da quelli delle cosche stesse.

Non è questione di moralismo, ma di un punto di vista morale che cede il posto all'intrattenimento: il che rende la narrazione divertente ma la mantiene in superficie, sottraendo a Sibilia molte opportunità di alzare l'asticella e dare una lettura via via più stratificata, e più etica, della storia.

Restano uniformemente alti invece i toni della recitazione, che abbandona il realismo ed entra nel teatro dell'arte: anche qui molto divertente, ma privo dello spessore umano che avrebbe potuto conservare, anche nell'esagerazione comica, come sapeva fare Eduardo, per citare un esempio vertiginosamente alto e autenticamente napoletano.

Il paragone con Smetto quando voglio è immediato, poiché là il dolore degli esclusi era palpabile, mentre qui la cifra dominante è un po' "carosello napoletano". Ciò nonostante Mixed By Erry conserva numerosi pregi, dai tempi comici dei tre giovani attori protagonisti, soprattutto Emanuele Palumbo nei panni di Angelo (mentre Luigi D'Oriano nell'interpretare Enrico "omaggia" un po' troppo visibilmente Massimo Troisi) al ritmo di regia di Sibilia, sempre più agile e sempre più temerario nell'inventarsi soluzioni estetiche che sono anche efficacemente narrative; la colonna sonora anni '80 è gustosa e sono efficaci le musiche originali di Michele Braga, e i cosiddetti valori di produzione sono tutti elevati, anche se le scenografie (di Tonino Zera) producono lo stesso effetto teatrale della trama. Ma Sibilia perde l'occasione di fare di questa storia qualcosa di più di un'avventura rocambolesca, e trasformarla, come nei film precedenti, in una riflessione sulla natura dell'uomo e su un Paese di cui Napoli è forse il frattale più rivelatore.

Biglietti

  • Intero 6 €
  • Ridotto 5 €